di Giovanni Solaroli
Cari associati e lettori di varia estrazione,
la pausa dal capitolo precedente, il numero 4, ha superato il mese. Mea culpa. A parziale excusatio c’è il fatto che la soprabbondanza di notizie sull’andamento vaccini/covid mi ha letteralmente sopraffatto. Non so a voi che effetto abbia prodotto, ma a me ha attivato una specie di catalessi cerebrale, dalla quale però mi sto affrancando, con il risultato che segue.
Un italiano in America
Alfonso Cevola è uno dei più influenti Wine blogger statunitensi che da anni diffonde la cultura del vino italiano negli States. Famosa la sua incazzatissima lettera indirizzata al Vinitaly nella quale lamentava un impressionante disorganizzazione. È una storia che appartiene al passato, in ogni caso trovate il testo >qui. Oggi vi segnalo due notizie: la prima è una bella apertura verso l’azienda romagnola Villa Papiano. Dice Alfonso: “Sangiovese Superiore Le Papesse 2019 e Sangiovese I Probi 2016, entrambi di Villa Papiano. Sono piuttosto incuriosito dai vini romagnoli, soprattutto quelli a base di Sangiovese. Non so nulla di loro ed è giunto il momento di iniziare ad imparare.” La seconda notizia riguarda un’amica: Raffaella Guidi Federzoni (alias Snowe Villette e Shameless) responsabile vendite sul Pianeta Terra e Galassie limitrofe della storica Fattoria dei Barbi di Montalcino. L’articolo che non vi traduco per non privarvi del piacere di imparare la lingua albionica lo trovate >qui. È un pezzo magistrale, un raro esempio di giornalismo molto ben documentato e che suscita amore e rispetto verso la persona cui è rivolto. Per la serie “avrei voluto scriverlo io”.
Il ritorno del Bordeaux
Forse il titolo è fuorviante, visto che non si parla di mode o di stili. Il tema centrale è il mercato dei futures sui grandi vini di Bordeaux. L’articolo, nella miglior tradizione della stampa anglofona, è documentatissimo e approfondito e prende in esame l’andamento dei prezzi dei futures mettendo in evidenza perdite e guadagni delle più importanti Maison. Non è stato facile, affermano gli autori di Wine Spectator, per i produttori bordolesi condurre una campagna sui futures mentre infuriava la pandemia ma, a quanto pare, ci sono riusciti. Se siete interessati a trarre profitto dai vini di Bordeaux, non potete non fare un piccolo sforzo e iniziare a leggere >qui.
Il mese del Malbec
Se avete seguito i miei consigli e iniziato il viaggio nei vini argentini, allora siete stati contagiati dal Malbec-Virus ma probabilmente siete ancora asintomatici. Il 17 aprile in tutto il mondo si celebra il Giorno del Malbec, perciò memorizzate la data per l’anno prossimo. L’uva di origine francese ha trovato una sua patria adottiva in Argentina, più esattamente a Mendoza a i piedi delle Ande. Per qualità, adattamento al clima, articolazione e diffusione produttiva, in Argentina quest’uva ha surclassato la zona d’origine riuscendo a esprimere una ampia gamma di vini di valore assoluto, molto apprezzati dal mercato statunitense e sudamericano in generale. L’articolo, di facile lettura, ripercorre i tratti più salienti della storia del malbec, e segnala alcune etichette particolarmente pregiate. Iniziate la lettura da >qui.
Ancestrali di Spagna
Anche nel mondo del vino lo sguardo sul passato non è sempre intriso di pura nostalgia verso le cose perdute. A volte ci sono studi approfonditi e ricerche minuziose volte a recuperare, alla luce delle tecniche e delle conoscenze odierne, vitigni accantonati. Preferisco usare il termine “accantonati” invece di “dimenticati”, mi da più l’idea che i patrimoni non vadano mai perduti definitivamente. In Spagna la Famiglia Torres, cui si deve tra l’altro il rinnovamento tecnologico della enologia cilena, ha messo in commercio la prima annata del Clos Ancestral realizzato con la dimenticata uva rossa “moneu” in assemblaggio con altre uve rosse. Moneu è coltivata nel Penedes assieme ad un’altra varietà dimenticata, la bianca forcada. Con meno di venti euro ci si porta a casa questo vino rosso che fatto parzialmente con un’uva di epoca prefillossera. L’articolo completo e >qui.
News da La R.V.F.
Ricco di spunti il sito La R.V.F, molti dei quali però riservati agli abbonati. C’è un insolito articolo sui vini Boliviani coltivati sui contrafforti delle Ande a circa 2000 metri sul livello del mare. Non è certo un primato, visto che Altura Maxima i vini della famiglia Hesse, vengono da uve coltivate a oltre 3.000 metri. Il pezzo racconta la storia delle tradizioni viticole della zona di Tarija, 5.000 ettari che godono di un clima temperato. Leggetelo >qui. Per gli appassionati di infusi, cocktail e liquori vari c’è un bel video corredato da un piccolo testo che ci parla di infusioni con tè e gin, >qui.
News da Decanter
Su Decanter Victoria Moore affronta il difficile tema della perdita del “naso” causa Covid tra gli appassionati del vino, i Wine lovers. La RVF aveva già segnalato il problema e le sue nefaste conseguenze tra gli enologi francesi ma è la prima seria indagine sul vasto campione degli appassionati e su come gli effetti potrebbero incidere sul mercato del vino. Un’indagine approfondita che attraverso interviste a scienziati cerca di mettere in luce ogni aspetto e indicare possibili rimedi. L’articolo non è di facile la lettura ma c’è sempre Google translator… >qui l’articolo.
Alla prossima…