di Giovanni Solaroli
Bentrovati cari associati e lettori. Dopo il piccolo “finger food” di notizie dall’Enomondo della prima puntata, ci addentriamo nel ricco menù fornito dal web e dalla stampa estera. C’è di che divertirsi e da imparare, credetemi.
Simona Geri: wine influencer
A proposito di imparare, voglio segnalarvi il successo che sta riscuotendo una nostra collega Sommelier toscana: Simona Geri. Centinaia di ore passare su Instagram, degustando bottiglie di vino e trasformando quello che era un passatempo in una attività professionale le hanno fatto guadagnare non solo l’attenzione di migliaia di follower, ma anche una bella citazione con doppia fotografia su La Revue du Vin de France e, udite udite, anche sul prestigioso quotidiano londinese The Times. Altre riviste, come Excellence Magazine l’hanno intervistata, considerandola un valido esempio di come costruirsi una professione partendo dai nostri corsi AIS.
Su la RVF è un contenuto riservato agli abbonati, perciò vi suggerisco di leggerlo sui profili social di Simona, oppure sul sito di Simona thewinesetter.it.
Antonio Caggiano: l'intervista
Un magnifico approfondimento su Antonio Caggiano, l’uomo del Rinascimento del Taurasi. Così titola Robert Camuto su Wine Spectator nella sua lunga intervista. Naturalmente si parla di vini, e del suo rapporto con l’arte, del figlio e di Luigi Moio. Vale la pena di leggerlo, non fosse altro per capire come la stampa americana ci vede. Aiutatevi con il traduttore di Google.
I vini portoghesi
I vini portoghesi stanno sempre più attirando la nostra attenzione, specie dopo l’articolo sul Ramisco di Roberto Bellini sull’ultimo numero di Vitae del 2020. A questo link avrete la possibilità di iscrivervi al Wines of Portugal Academy, un corso in sei moduli che vi permetterà di conoscere l’interessante realtà vitivinicola portoghese. Al termine del potrete incorniciare il vostro certificato e postarlo sui nostri social. Decuplicherete i likes…
Una bella annata
Su bel blog vitisphere.com Alexandre Abellan ci racconta l’idea anticovid che è venuta a Yves Plaisantin, produttore di riferimento della AOC Chinon. “La Cuvée Qu’on Vide 19”, un nome maliziosamente semplice e incisivo per un’etichetta attualmente in fase di lancio.
“L’idea mi è venuta un giorno di raccolta, mi ci è voluto un po’ per realizzarla, ma è così semplice” riferisce Yves Plaisantin, il comproprietario della tenuta Jaulin-Plaisantin (16 ettari di viti biologiche certificate in AOC Chinon). Ispirata alla grafica dei gesti scaramantici contro la pandemia Covid-19 la cuvée spiega sulla sua etichetta posteriore che “l’anno 2019 non ha solo portato un virus, ma ha anche portato una bella annata” indica Yves Plaisantin.
Marzieno di Fattoria Zerbina
Infine consentitemi una “botta d’orgoglio autocelebrativa”. A questo link potete leggere il mio articolo che racconta la storia del più grande vino rosso romagnolo dopo Lafite-Rothschild, il Marzieno di Fattoria Zerbina.
Per ora è tutto, quindi alla prossima!