Tradizione e creatività
Mai come in questo momento credo ci sia la voglia di lascarci alle spalle un anno che di positivo a portato ben poco, quindi nessun rimpianto per quello che sta finendo, vogliamo sperare veramente che il prossimo sia meglio.
La notte del 31 dicembre è da sempre stata festeggiata con brindisi, fuochi d’artificio, petardi, cene, balli fino al sorgere dell’alba, ma questo Capodanno sarà per forza di cose limitato e circoscritto a pochi assembramenti e pochi spostamenti. Diventa quindi quasi scontato festeggiare a tavola, in famiglia (questa è una grande ricchezza) preparando un menù fra cibi che rispecchiano tradizione, magari arricchiti di creatività e leccornie che possono estasiare tutti. Ci si potrà affidare anche al servizio da asporto con ristoranti che offrono proposte intriganti con varie fasce di prezzo.
Legate a questo passaggio di date protagonista assoluto è lo spumante di ogni tipologia, dai più pregiati metodo classico rifermentati in bottiglia a spumanti ottenuti in autoclave, che sia secco, semisecco o dolce, preferibilmente italiano, importante che spumi e faccia il botto allo scoccare della mezzanotte. Uno spumante brillante, brioso, gioioso, accattivante nei profumi freschi o di frutta secca per la lunga permanenza sui lieviti, più o meno aromatico, ottimo corroborante e stimolante per il nostro palato grazie alla sua spiccata freschezza esaltata dalla presenza di anidride carbonica.
Il menù di Capodanno comprende molte variabili sia di pesce che di carne, dal classico cocktail di gamberetti con un tocco esotico di avocado, tartare di pesce o di carne, ostriche, (no crostacei perché camminano all’indietro, mentre vogliamo guardare avanti), sformati, strudel, torte salate di verdure e formaggio e altri. I primi piatti spaziano fra zuppe, paste e risotti di pesce, verdure, ragù di carne, ma se si vuole stare tutti a tavola insieme si fa preferire una pasta al forno preparata precedentemente e solo da cuocere al momento.
Dopo lo spumante iniziale può seguire uno spumante millesimato che sostiene in maniera eccellente le caratteristiche di questi primi piatti, oppure vini bianchi di struttura (Albana, Greco, Fiano, Soave, Chardonnay, Sauvignon, Friulano, Verdicchio, Vermentino solo per citarne qualcuno) che potranno accompagnare anche i secondi di pesce.
Il pescato di dicembre ci offre calamari, seppie, polpo, vongola verace, fra il pesce azzurro, alici, cefali e sgombro, oppure spigole, triglie e tonno rosso. Anche baccalà, anguilla e capitone sono protagonisti di preparazioni ai ferri, al forno, in umido, in questo caso, ideale abbinare un vino rosso leggero dai profumi fruttai e floreali, fresco di acidità e con tannini poco incisivi, di buona persistenza. Caratteristiche che si riscontrano in un Sangiovese d’annata del Riminese o del Cesenate. I secondi di carne vanno dai classici, rotolo di vitello, arrosti, stinco, all’anatra all’arancio o laccata al miele, lombo di maiale con le prugne. Ecco che è giunto il momento di stappare le migliori bottiglie di rosso che abbiamo in cantina da qualche anno.
Quello che non deve mai mancare a Capodanno però sono il cotechino o lo zampone, il tutto accompagnato dalle lenticchie. Già le preparazioni di carne di maiale sono simbolo di buon auspicio per un anno di sazietà e abbondanza: un cibo nutriente, sapido, accattivante e appagante, mentre le lenticchie dalla forma tondeggiante e appiattita che ricordano le monetine, vengono considerate come portafortuna e ricchezza da portare in casa.
Infiniti i dolci, d’altronde di solito si fa notte avanzata, per i più giovani alba inoltrata, quindi ci vuole energia. Pandoro e Panettone farciti con creme varie, mascarpone, , zuccotto, zuppa inglese, torte con frutta di stagione, ananas, agrumi, pere o mele, bignè alla crema o cioccolato, babà al Rum, marzapane, salame di cioccolato. Sempre per buon auspicio non può mancare un assaggio frutta, solo tonda, (richiamo sempre a monete e ricchezza), quindi uva, cachi, mele, arance, mandarini, pompelmo, melograno. Portafortuna è considerata pure la frutta secca, allora via con noci, nocciole, arachidi, uvetta, mandorle, fichi e datteri.
Nel frattempo scoccata la mezzanotte, è il momento del brindisi, anzi del botto, al di là di ogni etica di servizio brindisi sia, dolce o secco, giallo, rosè o rosso, ma soprattutto sia un calice pieno di speranza e di buone cose per il prossimo anno.
“Non è povero chi ha poco con cui festeggiare durante le feste, è povero chi non ha nessuno con cui farlo!”
Cin…cin! Buon 2021!
– a cura di Gian Carlo Mondini, responsabile area didattica AIS Romagna