Quando la passione si chiama… Albana!
il racconto di Cristina Cavina
Si è svolta domenica 2 ottobre a Bertinoro la VI Edizione del Master Romagna Albana Docg, quest’anno dedicato alla memoria di Sergio Navacchia. Promosso da Ais Romagna, insieme al Consorzio Vini di Romagna e al Comune di Bertinoro, il concorso è stato il momento clou della manifestazione “Vino al vino”, kermesse che per tre giorni ha celebrato il vitigno e omonimo vino albana.
Sin dal mattino gli 8 partecipanti al concorso, provenienti non solo dalla Romagna bensì da varie parti d’Italia, si sono confrontati, dapprima a porte chiuse con le prove scritte e di degustazione. Poi, nel pomeriggio, presso il complesso della Chiesa di San Silvestro, si sono disputate le gare pubbliche dei 4 finalisti, che si sono sfidati in altre prove di degustazione alla cieca, di comunicazione e di sommellerie.
Incominciato in effetti sotto i migliori auspici di una soleggiata giornata di inizio autunno, è stato un evento che ha avuto momenti molto avvincenti e ricchi di pathos.
Ma andiamo con ordine.
Sicuramente uno di questi è stato quando il Presidente di Ais Romagna ha consegnato una targa a Vittorio Navacchia, alla memoria del padre Sergio recentemente scomparso. Come non commuoversi, soprattutto per chi come me aveva avuto l’onore e il piacere di conoscerlo! Sono state parole di estremo affetto e gratitudine quelle di Vittorio verso il padre, indimenticabile pilastro della Romagna vitivinicola, e nello specifico anche dell’Albana, nonché fondatore della Cantina Tre Monti sin dagli anni ’70; sempre presente alla conduzione, e poi in seguito a sostenere coi suoi consigli i suoi familiari.
Poi ecco l’attesa gara dei quattro finalisti, che al termine degli incontri nella modalità di un play-off, è risultato vincitore il salernitano Luca Matarazzo, al secondo posto si è piazzato il nostro romagnolo Marco Saiani (a cui è andato il premio di “Miglior Comunicatore”), e terzi a pari merito sono stati Benedetta Costanzo dalla Toscana, e Giorgio Salmi da Ferrara.
Un immenso grazie è doveroso non solo per questi quattro protagonisti, ma anche per tutti i concorrenti, sia per l’alto livello di preparazione che hanno dimostrato, sia per aver vissuto in primis e trasmesso poi, quell’emozione dello stare su un palco a raccontare dell’albana e del suo territorio, al quale hanno dedicato tanto studio e impegno. E se per me è ovvio aver passione per questa uva, poiché è sempre stata parte del mio vissuto sin da piccola, è stato bello condividere questa emozione in un pomeriggio di inizio autunno, caldo e dorato dal sole, come lo è il cuore dell’Albana.