I Pinot Nero dell’Alto Adige
il racconto di Marinella
Noi sommelier la attendavamo da tempo una serata come quella da poco trascorsa interamente dedicata ai Pinot Nero Altoatesini.
Le capacità organizzative di AIS Romagna, insieme alla cultura enologica e alla profonda conoscenza del proprio territorio del sommelier André Senoner hanno fatto il resto, conquistandoci letteralmente.
Un connubio a dir poco perfetto che ci ha permesso di approfondire le proprietà del vitigno Pinot Nero, quale preziosa espressione racchiusa nei vini giunti dall’ Alto Adige. Esse ci hanno regalato intense emozioni, ricordando anche la bellezza dei territori dove sono state prodotte. Vallate soleggiate, laghi, fiumi, suoli variegati definiti dalle Dolomiti, altitudine, una grande ventilazione e sbalzi termici.
Questi grandi valori di territorio li ho chiaramente riconosciuti nella finezza, eleganza ed espressività olfattiva e gustativa dei vini in assaggio.
Il suolo altoatesino è un areale di produzione Italiano molto importante per il Pinot nero, seppur piccolo in estensione. Conosco il Pinot nero come un vitigno scalpitante, forse capriccioso da coltivare. In Alto Adige esprime perfettamente i suoi connotati ed è riconoscibile nella propria identità territoriale.
Esso è amante dei climi freschi ed è indicato come difficile da allevare; i produttori altoatesini, caparbi e precisi, però sanno come prenderlo e coltivarlo.
Il loro sguardo è rivolto al passato oggi, per potersi indirizzare al futuro domani, con produzioni sempre più espressive e rispettose delle caratteristiche del vitigno.
L’Alto Adige è il regno di Cooperative che ai viticoltori non pagano la quantità, bensì la qualità delle loro uve. Una lezione che territori come il nostro dovrebbero imparare.
Certo, non tutto l’Alto Adige si presta alla coltivazione del Pinot Nero: un’area molto vocata è stata, e lo è tutt’ora, Mazzon, una località considerata “pioniera” che fin da subito, con un richiamo ai masi, alle vigne di produzione fece conoscere nelle sue etichette la propria indiscussa qualità.
Oggi i tanti Crù che vengono prodotti dal pinot nero provengono da vari areali con diverse altitudini, ma tutti rispettano l’identità del vitigno, creando così un grande valore aggiunto.
In Italia il Pinot nero altoatesino è notevolmente apprezzato, e i vini con questi caratteri otterranno consensi sempre maggiori, per via della qualità e del ragionevole costo per bottiglia. Tante buone ragioni per mettere in cantina più di un Crù. La capacità e la dedizione al lavoro, l’attaccamento alla propria terra di questi vignaioli li porterà ad essere apprezzati molto presto in tutto il mondo.
Come tutti, anche io ho le mie preferenze e nonostante i vini in assaggio fossero tutti più che buoni, ce n’erano due che mi hanno emozionata:
– PETER ZEMMER: ALTO ADIGE PINOT NERO RISERVA DOC VIGNA KOFL 2019
Altitudine 1030 mt zona Aldino
Ha un naso spavaldo e leggiadro, intenso nei profumi di fresia e piccola frutta rossa poi spezie dolci. Bocca molto equilibrata sui versanti freschezza e morbidezza, con un magnifico finale elegante e persistente. Il vino sosta in barrique.
– WEINGUT STROBLHOF: ALTO ADIGE PINOT NERO RISERVA DOC 2018
500mt altitudine zona: Appiano
Naso intrigante, fine ed elegante. Decisamente complesso con note fruttate e floreali perfettamente integrate. Le spezie ci sono ma non sono invadenti. In bocca esibisce tutta la delicatezza dei suoi tannini con una tonica e ben integrata acidità e un bel frutto “croccante”.