HANTAK 2020, l'amaro artigianale della Lessinia
il racconto di Cristina Veneri
Capita di incontrare storie che rimangono impresse e che venga spontaneo raccontarle per il piacere di condividere le straordinarie persone che si sono incontrate.
La storia inizia con due amici di infanzia e un anno funesto, il 2020, naturalmente da sfondo un luogo magico, i monti della Lessinia, un altopiano delle Prealpi venete che a nord chiude il territorio veronese e delimita il confine con il Trentino. Questi due ragazzi sono cresciuti passeggiando nei boschi di quei monti e guidati dai loro padri hanno imparato a riconoscere i profumi, le erbe, le leggende e la magia di quei luoghi.
Così hanno deciso di accompagnarci in un viaggio alla scoperta di un territorio, delle sue origini e delle sue tradizioni e lo hanno fatto attraverso il gusto, con un amaro, l’Hàntak. Il primo passo è introdurci alla lingua del posto, perché Hàntak vuole dire “amaro” nella lingua tradizionale, quella dei Cimbri, antico popolo di origine germanica che su quei monti si trasferì nel 1200 e che tramanda tutt’oggi con orgoglio le proprie tradizioni e la propria lingua.
Ma poi un piccolo gioco di numeri ci riporta all’anno funesto, il 2020. Infatti si dice che i Cimbri contassero sulle dita delle mani e che contassero fino a quattro. Da qui Viere (quattro) e Hänte (mani) per indicare 20 e così torniamo alle 4 mani di due amici che nel 2020 per esorcizzare un anno difficile decidono di racchiudere la Lessinia e le sue storie di folklore in una bottiglia e creano un liquore proprio con VENTI botaniche tipiche della zona. Un amaro fatto secondo le tradizioni, equilibrato con note balsamiche come tramandato dai loro padri, a cui è dedicato. Tra le botaniche il Tiglio e la Ruta, dalle doti curative, antico rimedio per allontanare le streghe e gli spiriti maligni e per congedare quell’infausto 2020.